Dopo il libro dal titolo “Il medico e il paziente: ascoltare e comunicare”, sussegue “Genitori e figli: il Dono dimenticato”. I due titoli apparentemente così diversi fra loro, sono sinergici nel contenuto. Il libro lancia un messaggio chiaro su come tanti eventi che sono sotto i nostri occhi, derivino da incomprensioni per cattiva comunicazione. Cosa c’entra la medicina integrata con il contenuto di questo libro? Se in famiglia nasce un’atmosfera conflittuale, litigi continui fra: marito e moglie, genitori, figli e nonni, si prende facilmente l’improficua via della violenza e ci si allontana sempre più dalla fatidica parola amore. Quando si entra in questo meccanismo i vari componenti della violenza, sia che la determinino sia che la subiscano, finiscono spesso anche con l’ammalarsi, ricorrendo poi chi allo psicologo, chi allo psichiatra, chi alla medicina generale. Anche a chi promette facili soluzioni. È chiaro quindi che chi prima è interessato, è il cervello, ma chi ne subisce le conseguenze sono le funzioni dell’organismo umano sotto il suo controllo. Negli anni ‘90 un gruppo di ricercatori guidati da Giacomo Rizzolati, studiando l’aria premotoria F5 che si trova nel lobo frontale, hanno scoperto i neuroni a specchio, i quali si attivano quando un individuo oppure animale ma l’animale non ha la nostra conoscenza, la capacità di apprendere e trasmettere compie un’azione, di seguito osserva la stessa azione compiuta da un altro. Si suppone che l’attivazione dei neuroni a specchio generi una rappresentazione motoria interna dell’atto osservato che dipende la capacità di comprendere l’azione osservata e di imitarla. Per analogia, si può supporre, che se un genitore assume un comportamento incongruo, il figlio lo percepisce, lo registra inconsciamente (imprinting) e lo imita. Il messaggio che vogliamo lanciare è: dobbiamo vivere adottando uno stile di vita sano che parte dal comportamento formativo e comprende sia la parte dei genitori sia dei figli, associandola a un’alimentazione adeguata e personalizzata. Altro messaggio del quale vogliamo proporre con determinazione è la questione, scolastica formativa. Come mai gli studenti dalla quinta elementare chiamata anche primaria in poi non hanno un percorso formativo su come avere autostima, gestire gli stati d’animo e tutto quello che concerne alla crescita personale? E come mai non sono inseriti corsi per l’educazione alimentare? Qual’è la motivazione? Semplice, se a monte la mentalità della nazione è regressiva, prima di cambiare qualcosa occorrono anni, per non dire decenni. Nel frattempo, come si è fatto fino ad oggi, i nostri giovani cresceranno senza una guida adeguata; la verità è che bisogna cambiare metodo e dispense riguardo alle materie, dalla scuola primaria all’Università. Infine, bisognerebbe inserire corsi per genitori, insegnanti per far collimare i comportamenti e meglio aiutare i giovani, migliorando nello stesso tempo anche la propria performance. Per anni abbiamo inviato e-mail al Ministero della Pubblica Istruzione per proporre il nostro progetto che abbiamo definito Metodo D.E.S. ma non abbiamo avuto mai risposta, il che significa che non è la priorità. Resta il rammarico dell’ennesima conferma del disinteresse per il prossimo inventando mille giustificazioni per non aver risposto. Temiamo non si vogliano sviluppare progetti o iniziative che portino beneficio.